Il lupo è tornato a riprodursi nel territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Lo testimonia, per la prima volta, un’immagine raccolta da una fototrappola installata proprio all’interno del Parco.
Nella foto, si vedono i tre giovani cuccioli di lupo nell’area protetta. Eccola:

Passaggi del lupo nel territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi erano già stati accertati da tempo, ma queste immagini raccolte dalla fototrappola rappresentano la prima prova certa dell’avvenuta riproduzione del lupo all’interno del Parco.
La fototrappola fa parte del sistema di monitoraggio installato dai naturalisti Ivan Mazzon, Bruno Boz, Roberto Sacchet e Stefano Dal Col.
Da alcuni anni, stanno collaborando con il Parco per monitorare e documentare in modo sistematico il ritorno del lupo sulle Dolomiti Bellunesi.
La presenza del lupo sulle montagne bellunesi
Ormai da tempo sappiamo che il lupo sta ricolonizzando in modo spontaneo l’intero arco alpino. È un fenomeno noto ormai da decenni, monitorato costantemente dagli enti preposti alla tutela dell’ambiente naturale.
Anche il territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è interessato dal ritorno di questo predatore, ma finora non c’erano notizie certe sulla riproduzione del lupo all’interno del Parco.
L’avvistamento dei tre cuccioli è quindi una novità assoluta per il Parco Nazionale, comunicata proprio oggi dall’ente Parco. Finora, infatti, si erano registrati passaggi del lupo ma non la presenza di un branco riproduttivo, a differenza di quanto osservato in diverse aree della provincia di Belluno ma esterne all’area protetta del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Ad esempio, si avevano notizie di branchi segnalati sulle vicine zone del massiccio del Grappa, sul Nevegal, nell’area di Livinallongo e sull’altopiano del Cansiglio.
Avvistamenti del lupo nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Nel 2012 il lupo “Slavc” sostò per diversi giorni nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Proveniva dalla Slovenia, radiocollarato dall’Università di Lubiana. Poi si spostò verso la montagna veronese, in Lessinia, dove fondò insieme alla lupa “Giulietta” il primo branco riproduttivo nella regione del Veneto.
Nel dicembre 2015 una fototrappola installata dal personale dell’allora Corpo Forestale dello Stato ha fotografato un altro lupo, questa volta in Val Canzoi.
Dopo quelle prime segnalazioni, all’interno dell’area protetta del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, il lupo è sempre stato oggetto di monitoraggio.
Come avviene il monitoraggio del lupo?
Il monitoraggio del lupo è un’attività condotta dal personale del Reparto Carabinieri Forestali del Parco e da appassionati naturalisti locali che collaborano con l’Ente.
Ma come si monitora la presenza del lupo sul territorio? Con l’installazione di fototrappole, prima di tutto. L’osservazione delle immagini si accompagna poi con il rilievo e l’eventuale raccolta di alcuni elementi che indicano il passaggio dell’animale. Per esempio le tracce sulla neve, le predazioni sui selvatici, i campioni biologici (escrementi, peli) che poi vengono sottoposti ad un’analisi genetica.
Queste attività di monitoraggio costante hanno permesso, dal 2015 ad oggi, di raccogliere diverse e ripetute segnalazioni relative alla presenza del lupo all’interno del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
La riproduzione del lupo, una notizia importante per l’ambiente Parco
“La notizia della riproduzione del lupo all’interno del Parco è un dato di estremo interesse dal punto di vista scientifico e naturalistico”, ha dichiarato il Presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Ennio Vigne.
Conferma la qualità degli ambienti tutelati dal Parco e arricchisce ulteriormente lo straordinario patrimonio faunistico dell’area, contribuendo anche a ristabilire i normali equilibri dell’ecosistema.
La convivenza tra il lupo e le attività dell’uomo
Vigne, Presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, spiega: “Il consolidamento della presenza del lupo nel Parco ci spinge anche a proseguire nelle attività, già iniziate lo scorso anno, di prevenzione dei possibili danni al bestiame domestico.
Due dati particolarmente significativi: in 18 mesi abbiamo accertato, all’interno del Parco, una quarantina di predazioni su animali selvatici ad opera dei lupi; mentre negli ultimi 3 anni dentro al Parco c’è stato un solo attacco su domestici.
Questi dati dimostrano in modo inequivocabile che quando si applicano idonee misure di prevenzione degli attacchi e si riesce ad instaurare una positiva collaborazione tra allevatori ed Ente pubblico i danni sono contenuti e la convivenza tra lupo e attività zootecnica in quota è possibile.
Tale convivenza passa anche attraverso un sistema rapido e congruo di indennizzo agli allevatori (che all’interno dell’area protetta sono risarciti direttamente dal Parco). Uno degli obiettivi del tavolo di confronto provinciale recentemente istituito dal Parco è anche quello di migliorare il meccanismo dei risarcimenti.
Il Parco ringrazia gli appassionati naturalisti che collaborano al monitoraggio del lupo
Il Presidente Vigne ha colto l’occasione per ringraziare gli appassionati naturalisti che collaborano con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi realizzando sul campo le impegnative attività di monitoraggio del lupo, in coordinamento con il personale del Reparto Carabinieri Forestali del Parco e con il personale interno dell’Ente Parco.